Casale, A. Una
strada, una soria VIA GROTTA, VIA GROTTA TUFANI VIA CASONE GROTTA, Il Nuovo
Vesuvio ANNO VII: N. 5: MAGGIO 1987 See PDF on Centro Studi
Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase
Fergola, L.,
1987. Comune di Boscoreale. Via Casone Grotta, proprietà Risi-Di Prisco,
in Rivista di Studi Pompeiani, I, Roma, p. 163-6.
Fergola, L., 1988.
Comune di Boscoreale. Via Casone Grotta, proprietà Risi Di Prisco, in
Rivista di Studi Pompeiani, II, Roma, p. 216.
Fergola, L., 1989.
Comune di Boscoreale. Via Casone Grotta, proprietà Risi Di Prisco, in
Rivista di Studi Pompeiani, III, Roma, p. 247-8.
Now reinterred http://turismoneiparchi.minambiente.it/en/bene-culturale/villa-in-via-casone-grotta/
P.A.P. Items on display in Boscoreale Antiquarium http://pompeiisites.org/en/uncategorized/antiquarium-room-ii/
Prosperi, M. and
Casale A., 1988. Ipotesi e Testimonianze Archeologiche Sul Suburbio di
Pompei. Torre Annunziata, p. 33-4. See PDF on Centro Studi
Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase
Sodo A. M. Boscoreale
http://pompeiisites.org/en/boscoreale/
As this villa was reburied, we have not been able to visit or photograph and so the material here is drawn from reports and publications, and also material in the Boscoreale Antiquarium.
Our thanks to Angelandrea Casale for allowing us to use the publications of the Centro Studi Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase, an invaluable local resource.
Nel fondo
dell'avv. Luigi Risi Di Prisco, in via Casone Grotta, durante lavori per
estrazione di lapillo, nel mese di settembre 1986, affiorano dei ruderi.
L'intervento della Soprintendenza Archeologica di Pompei porta alla scoperta di
una villa romana posta in amena posizione sulla sommità della collina della
Pisanella. La villa, in corso di esplorazione, si estende presumibilmente su
un'area di 500 mq.; la sua prima fondazione risale all'età repubblicana, nella
prima età imperiale fu aggiunto un larario che non era ancora ultimato al
momento dell'eruzione del 79 d.C. I primi sondaggi hanno riportato alla luce
solo alcuni ambienti della villa, posti su due piani diversi e relativi a fasi
distinte di costruzione. Molte parti dell'intonaco dipinto e degli stucchi di
decorazione si sono conservati.
In the fondo of the Advocate Luigi Risi Di Prisco, in via Casone Grotta, during work on the extraction of lapilli, in September 1986, some ruins were found. The intervention of the Soprintendenza Archeologica di Pompei led to the discovery of a Roman villa located in pleasant location on the summit of the hill of Pisanella. The villa, still in the course of exploration, presumably extends over an area of 500 sq. m. Its first phase dates back to the Republican era, in the early Imperial age a lararium was added, which was not yet completed at the time of the eruption of 79AD. The first excavations have uncovered only a few rooms of the villa, on two different floors and with separate phases of construction. Many parts of painted plaster and stuccoes of decoration are preserved.
Angelandrea
Casale
Isp. on. Beni
Culturali ed Ambientali
per i Comuni di Boscoreale,
Boscotrecase, Terzigno e Trecase
See/Vedi
Prosperi, M. and Casale A., 1988. Ipotesi e Testimonianze Archeologiche Sul
Suburbio di Pompei. Torre Annunziata, p. 33-4.
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Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase
Courtesy of Centro Studi Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase. Our thanks to Angelandrea Casale.
Boscoreale located to the north of Pompeii is at the foot of Mt. Vesuvius. Some identify it with the Pagus Augustus Felix Suburbanus. Thanks to its fertile land, it had been inhabited since protohistory (Fossakultur tombs) and was resettled after the eruption of 79 A.D. (Via Casone Grotta thermal baths from the 2nd-3rd century A.D.).
During the Roman era, it was home to many villas and farms that cultivated grapes, olives and cereals.
Director of the Boscoreale site: Anna Maria Sodo
Il toponimo
Casone Grotta trae origine dall'esistenza di un grande cellaio, «Casone»
appunto, alla confluenza delle attuali via Grotta e via Casone Grotta,
proprietà oggi della famiglia Gargiulo. Esso non è visibile dalla strada perché
sottoposto ad essa a causa dell'antichità, infatti risale ai principi del 1600,
e quindi per le molte eruzioni vesuviane si è trovato a circa cinque metri
sotto il livello cli campagna attuale.
Presso questo
grande cellaio i contadini della zona portavano l'uva nel 1600 e 1700 per la
produzione del vino. Ancora oggi sono visibili all'interno della costruzione le
vasche per contenere il mosto e gli apprestamenti per la quercia vinaria, il
tirchio gigantesco in legno che ormai non esiste più. Il casone è riportato
come toponimo nella carta dello Stato Maggiore borbonico dell'area vesuviana
(1819-20). E lo stesso di cui abbiamo riferito prima a proposito della costruzione
romana del III sec. d.C. Anche luogo tale strada, che oggi fa da confine tra il
Comune di Boscoreale e quello di Pompei, si è appuntata recentemente
l'attenzione della stampa per il ritrovamento in proprietà Risi di Prisco di
una villa rustica romana del I sec. d.C., che fa sperare in buoni risultati
scientifici.
Angelandrea
Casale
Il Nuovo Vesuvio ANNO
VII· N. 5 · MAGGIO 1987
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Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase
Courtesy of Centro Studi Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase. Our thanks to Angelandrea Casale.
The name Casone Grotta originates from the existence of a large wine cellar, "Casone" precisely, at the confluence of the current via Grotta and via Casone Grotta, now [1987] owned by the Gargiulo family. The Casone is not visible from the road because it is below it due to its antiquity, in fact it dates back to the beginning of 17th century, and therefore due to the many Vesuvian eruptions it is to be found about five meters below the current countryside level.
In the 1600s and 1700s, the local farmers brought grapes to this large cellar for the production of wine. Still visible inside the building are the vats used to contain the must and the fittings for the gigantic wooden oak cask and wine press which no longer exist. The casone is reported as a toponym in the map of the Bourbon General Staff of the Vesuvian area (1819-20). As is the one we mentioned earlier about the Roman construction of the III century. A.D. Also this road, which today forms the border between the Municipality of Boscoreale and that of Pompeii, has recently drawn the attention of the press for the discovery in the Risi di Prisco property of a Roman rustic villa of the 1st century. A.D., which bodes well for good scientific results.
Along the via Casone Grotta, that defines the limits of the municipalities of Boscoreale and Pompeii, from 1986 SAP undertook a systematic survey of excavations that brought to light interesting areas, with walls in opus reticulatum and angular toothing in opus vittatum, relevant to a Roman villa. Studies are mainly focused on identifying the ridges of the walls, the portion of interest consisting in a compartment covered by a gabled roof which has, on the wall opposite the entrance, a perfectly preserved lararium with decoration in stucco (this area of the complex was covered by a canopy). For safety reasons, the monument was reinterred. The villa dates back to the late Republican Age, towards the end of the first century BC.
http://turismoneiparchi.minambiente.it/en/bene-culturale/villa-in-via-casone-grotta/
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Location plan of Boscoreale villas based on the plan displayed in Boscoreale Antiquarium.
Photo courtesy of Google Earth.
The locations are an indication only. Most of the villas are buried and not visitable.
To see these villas see our page Boscoreale villas
The Boscoreale Antiquarium and Villa Regina, Villa dei Misteri and Pompeii are shown.
The two new Circumvesuviana stations at Boscoreale and Villa Regina are also shown.
Villa Regina station is on the same Napoli – Sorrento – Napoli line as Pompeii Scavi Villa dei Misteri and is the stop before/after Pompeii Scavi.
The new Boscoreale station is on the Napoli – Torre Annunziata -Poggiomarino line adjacent to the old station which is now closed.
The line through the new Boscoreale station has been diverted and is underground, removing the need for six above ground level crossings.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta,
proprietà Risi di Prisco, lararium information card in Boscoreale Antiquarium.
Photo courtesy of Michael Binns.
Note: The photo of the "Veduta dello scavo" is reversed compared with that published in RsP II.
See Rivista di Studi Pompeani II, 1988, fig.70,
p. 216.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta,
proprietà Risi di Prisco. 1987. Lararium.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta,
proprietà Risi di Prisco. September 2011. Lararium in photo in Boscoreale
Antiquarium.
Photo courtesy of Michael Binns.
Trascrizione
della scheda informativa nell'Antiquarium di Boscoreale (sopra).
La più recente
scoperta (1986) nel territorio di Boscoreale e costituta da una villa, di età
romana, rinvenimenti durante i lavori di sistemazione di un terreno per uso
agricolo. Alcune parziali campagne di scavo hanno consentito di mettere in luce
i muri perimetrali di un edificio di forma rettangolare, di limitata
estensione, del quale è stato possibile individuare l'ingresso, con piccolo
cortile scoperto. In un unico ambiente è stato effettuato uno scavo più
approfondito: si tratta di una stanza adibita a larario, posta immediatamente a
destra dell'ingresso, nella quale, in una nicchia con frontone a doppio
spiovente, fu rinvenuta una statuetta marmorea relativa ad una figura muliebre,
distesa su kline, vestita di chitone e mantello, un Genio femminile, accanto
alla quale erano alcuni monili in oro che la decoravano. Il rinvenimento di una
lamina argentea, con raffigurazione di un'altra figura femminile distesa,
nonché di un bacino in ceramica comune con tre figure femminili sdraiate,
accredita l'ipotesi che la stanza costituisse un luogo di culto privato,
destinato alle donne.
Il nucleo
principale della villa è databile ad età tardo repubblicana, dopo la metà del 1
sec. a.C.: a tale epoca risale infatti un pavimento in cocciopesto con file di
tessere bianche formanti quadrati, relativo al piano superiore. Il larario fu
invece aggiunto in una fase successiva, nel corso del 1 sec. d.C. Si presume
che anche questo insediamento avesse carattere produttivo, come tutte le ville
che occupavano in età romana l'entroterra nord pompeiano.
Il frontone
del larario e sorretto da semipilastri in stucco con capitelli a foglie con
cornice decorata a motivi vegetali. I due angoli di un altro frontone in stucco, visibili in
basso, appartengono ad una nicchia precedente, di dimensioni più ridotte.
Transcription of information card in Boscoreale Antiquarium (above).
The most recent discovery (1986) in the territory of Boscoreale is a Roman villa, found during work to refurbish a plot of land for agricultural use. Some partial excavations have revealed the perimeter walls of a building of rectangular form, of limited extent, of which it has been possible to identify the entrance with a small open courtyard. In one room a deeper excavation was made. It is a room used as a lararium, located immediately to the right of the entrance, in which, in a niche with pediment and double arch, was found a statuette of a marble figure of a woman, relaxing on a couch (kline), dressed in chiton and cloak, a female Genius, next to which were some gold jewellery that decorated it. The discovery of silver plaque, with depictions of another female figure relaxing, and a ceramic basin with three female figures lying, confirms the hypothesis that the room was a private place of worship for women.
The main nucleus of the villa can be dated to the late Republican age, after the middle of 1st century BC: at that time there was in fact a floor of cocciopesto with white tiles forming squares on the upper floor. The lararium was added at a later stage, during 1st century A.D. It is assumed that this settlement also had productive character, like all the villas occupied in Roman times in the hinterland north of Pompei.
The pediment of the lararium is supported by the half-pilasters in stucco with framed leaf capitals decorated with plant motifs. The two angles of another pediment in plaster, visible below, belong to a previous niche of more reduced dimensions.
Durante il
mese di settembre 1986 è stato effettuato un primo intervento di scavo
sistematico nella proprietà Risi-Di Prisco, in via Casone Grotta, strada che,
attualmente, segna il confine tra il Comune di Boscoreale e quello di Pompei.
Durante lavori
di sbancamento e di sistemazione del terreno per uso agricolo. erano emersi
resti di murature in opus reticulatum, frammenti di tegole e mattoni, di tessere
colorate di pasta vitrea, di intonaco dipinto, di ceramica di uso comune. Si
era pertanto ravvisata la necessità di eseguire indagini esplorative, anche
parziali, che consentissero di chiarire l'entità dei ruderi emersi, nonché di
individuare il perimetro dell'edificio in questione.
I lavori di
scavo. diretti dallo scrivente, con la collaborazione degli assistenti V.
Petraccone e D. Cascone, hanno confermato la prima ipotesi, che, cioè, i muri
fossero pertinenti ad una villa di età romana.
Questa prima
campagna di scavi, purtroppo di breve durata, a causa della scarsa disponibilità
di fondi, ha tuttavia consentito di individuare con sicurezza due dei muri
perimetrali; l'ipotesi che essi siano tali è avvalorata non soltanto dalla
presenza di feritoie, strombate verso l'interno, ma anche dal fatto che saggi
effettuati al di là dei suddetti muri hanno dato esito negativo. In tale area, interessata
forse da coltivazioni, non si è scesi, nello scavo, fino al livello del 79
d.C., al fine di consentire, eventualmente, specifiche indagini nel paleosuolo.
Un ambiente,
nel quale lo scavo è stato relativamente più approfondito, si è rivelato di estremo
interesse; si tratta di un piccolo vano, aggiunto in un secondo momento al
nucleo principale dell'edificio (le pareti infatti si appoggiano, senza legare,
alle altre strutture della casa, coperto da un tetto a doppio spiovente, come è
dimostrato dagli incassi circolari destinati ai travi lignei, nonché dalla
posizione dei resti di tegole ancora in sito.
Tale stanza,
con un'unica porta di accesso e priva di finestre, ma con tre esigue feritoie
nelle pareti, presenta, proprio di fronte alla porta d'ingresso, sulla parete
opposta, un larario (fig. 25), di buona fattura e in ottimo stato di
conservazione, costituito da una nicchia semicircolare e sormontato da un
frontone a doppio spiovente, sorretto da semipilastri in stucco con capitelli a
foglie e con cornice, in stucco dipinto, decorata da due diversi tipi di kyma reverso.
Va rilevato che è rimasta, sulla parete, parte di una nicchia precedente,
costituita dai due angoli inferiori di un altro frontone in stucco, al di sotto
dei quali sono dipinte, su fondo bianco, fronde vegetali verdi. Sulla parete si
è notata inoltre la presenza di una tegola, ricoperta di intonaco, al di sotto
del ripiano marmoreo relativo alla nicchia posteriore, e che doveva essere
pertinente all'edicola precedente. La nicchia, come si presenta nella sua forma
definitiva, è a fondo bianco e bordata di rosso.
Sul ripiano marmoreo
sono stati rinvenuti diversi oggetti, relativi evidentemente al culto. In primo
luogo va ricordata la statuetta in marmo bianco di figura femminile distesa su
kline, vestita di chitone e mantello, con patera nella mano destra (fig. 26):
accanto ad essa vi erano alcuni monili in oro, che dovevano evidentemente costituirne
la decorazione: un piccolo diadema, una collanina di filo di lamina ritorto, un
piccolissimo anello, forse usato come pendaglio. Alcuni elementi filiformi in bronzo
potevano essere relativi a orecchini: la statuetta presenta infatti i buchi ai
lobi delle orecchie. Sullo stesso ripiano vi erano inoltre sei balsamari
vitrei, tre conchiglie ed una lamina d'argento (fig. 27), recante la
raffigurazione, a sbalzo, di un'altra figura femminile, anch'essa sdraiata su
kline. Tale laminetta era forse applicata ad una cassetta di legno, come
sembrano dimostrare i due fori per il fissaggio: accanto sono inoltre stati
rinvenuti alcuni elementi in lamina d'osso, tre Pomellini anche in osso, nonché
piccole parti in bronzo (chiodini, anellini, perni ecc.), che dovevano
verosimilmente far parte della suddetta cassettina, anche se è estremamente difficile
ricostruire la disposizione originaria dei vari pezzi.
Sul lato
sinistro della nicchia, leggermente più in basso, si è trovata, infissa nella
parete, una mensola fittile sulla quale era poggiato un bacino in ceramica
comune acroma (fig. 28), con due protomi femminili applicate sull'orlo. rivolte
verso una terza figura femminile centrale, sdraiata. Accanto erano una
brocchetta in vetro, due conchiglie, un piattino in terra sigillata orientale
B.
Le pareti
della stanza sono semplicemente intonacate e dipinte di bianco, nella parte
superiore: inferiormente un alto zoccolo è decorato da un'imitazione di marmo grigio
e bianco. Subito dopo l'ingresso, a sinistra, all'altezza circa del punto d
'inizio della decorazione pittorica inferiore, sono stati rinvenuti altri
oggetti, alcuni dei quali in frammenti: boccalini a pareti sottili, alcuni dei quali
di piccolissime dimensioni, altre conchiglie, una lucerna del tipo a volute e
becco arrotondato, ricoperta di invetriatura verde e con raffigurazione di Nike
sul disco. Anche questi ultimi oggetti dovevano essere poggiati su di una
mensola, molto probabilmente lignea: tracce di legno sono state infatti notate
lungo la parete, allo stesso livello degli oggetti, insieme con alcuni perni di
fissaggio in ferro.
Ricordiamo
infine, a conclusione del presente resoconto, che, essendosi dovuto provvedere
alla messa in opera di puntelli per una delle pareti, lo scavo più
approfondito, nel settore antistante la nicchia, ha rivelato la presenza di un
ripiano di tegole. Una sommaria indagine ha messo in luce la parte superiore di
una piccola ara in muratura, posta dinanzi al Larario.
Risulta chiaro
da questa breve relazione preliminare che l'ambiente esplorato, una stanzetta,
come si è visto, appartata e isolala rispetto al resto della casa, era adibito unicamente
a luogo di culto privato. Non mancano altri esempi, nella stessa Pompei, di
ambienti creati appositamente per essere utilizzati come Larari (cfr. F. DI
CAPUA, Sacrari pompeiani, in Pompeiana, Napoli 1950. pp. 60·85: l'A. definisce
tali ambienti «sacrari», distinguendoli dai più comuni larari). Uno in
particolare, nella casa IX 9, 6 (cfr. DI CAPUA, cit., p. 65, fig. 4), merita di
essere menzionato per la somiglianza con quello di Boscoreale: esso si trova in
fondo al giardino, completamente isolato dal resto della casa, e anche qui la
nicchia del vero e proprio larario si trova sulla parete di fronte
all'ingresso, con l'ara in muratura sul davanti.
Per quanto
riguarda la statuetta marmorea rinvenuta nella nicchia, pensiamo che essa
raffigurasse una Iuno, ovvero un Genio femminile (per altri esempi, anche
dipinti, di figure femminili sdraiate su klinai, in larari pompeiani, nella
casa IX 9, 6, già citata, in VI 1, 1, in VI 15, 18, si veda DI CAPUA, cit., pp.
65-66: altri esempi sono in G. H. BOYCE. Corpus of the larario of Pompeii, in
MemAmAc, 1937).
Possiamo
ritenere pertanto che il larario costituisse un luogo di culto privato
destinato alle donne (sul problema della Iuno si veda D. G. ORR, Roman Domestic
Religion: the Evidence of the Household Shrines, in ANRW, II, 16, 2, Berlin
1978, pp. 1570-1571). È significativo che il motivo della figura muliebre stesa
su kline fosse ripetuto sulla laminetta in argento, nonché sul bacino fittile.
A proposito di
quest'ultimo, ricordiamo che in esso è stato rinvenuto materiale bruciato, per
ora non identificato. Si presume, che il bacino, posto sull'ara durante la
cerimonia di culto, fosse stato successivamente collocato sulla mensola fittile
accanto al Larario, laddove è stato trovato. Verosimilmente anche tutti gli altri
oggetti rinvenuti nella stanza dovevano essere usati esclusivamente in funzione
del culto domestico.
Vi è da
rilevare che nella villa devono aver operato maestranze dotate di notevole
perizia e capaci di eseguire lavori di una certa raffinatezza: insieme al
larario, le cui decorazioni sono, come si è detto, di ottima fattura, va
ricordato un pavimento in cocciopesto, relativo ad un piano superiore, con file
di tessere bianche, formanti quadra ti di esecuzione fine e accurata.
Tale
pavimento, insieme con le strutture murarie, consente di datare il nucleo
principale della villa, presumibilmente, ad età tardo repubblicana, dopo la
metà del I secolo a.C. In una fase successiva, nell'ambito del t secolo d.C.,
si ebbe l'aggiunta del larario: al momento della costruzione della stanza, fu
creata una nicchia di dimensioni piuttosto ridotte; successivamente essa fu
ingrandita ed assunse la sua forma definitiva. Si può ipotizzare che i lavori
di modifica alla nicchia fossero in corso di ultimazione al momento
dell'eruzione del 79 d.C., in quanto la parte posteriore di essa, di forma
arrotondata e leggermente sporgente, non presenta intonacatura, contrariamente a
tutta la parte esterna della muratura della stanza.
Va notato
infine che questa villa ha lo stesso orientamento dell'altra, in contrada Villa
Regina, già totalmente messa in luce (cfr. da ultimo S. DE CARO, in Pompeii
Herculaneum Stabiae, t, 1983, pp. 328,331), per cui si può pensare che i due
nuclei edilizi rientrassero in un'unica suddivisione agraria del territorio.
Un secondo
lotto di lavori sarà finalizzato soprattutto all'individuazione definitiva del
perimetro della villa ed ai più urgenti interventi di restauro, nella
prospettiva della completa messa in luce di un monumento la cui scoperta reca
una nuova importante testimonianza degli insediamenti sparsi nel suburbio
pompeiano.
LORENZO FERGOLA
During the month of September 1986, a first systematic excavation was carried out on the Risi-Di Prisco property, in via Casone Grotta, a road which currently marks the border between the Municipality of Boscoreale and that of Pompeii.
During excavation work and the arrangement of the land for agricultural use, remains of masonry in opus reticulatum, fragments of tiles and bricks, of coloured tesserae of glass paste, of painted plaster, of ceramics of common use had emerged. It was therefore deemed necessary to carry out exploratory investigations, even partial ones, which would make it possible to clarify the extent of the ruins that emerged, as well as to identify the perimeter of the building in question.
The excavation work, directed by the writer, with the collaboration of assistants V. Petraccone and D. Cascone, have confirmed the first hypothesis, that, namely, the walls were pertinent to a Roman villa.
This first excavation campaign, unfortunately short-lived, due to the scarce availability of funds, however, made it possible to safely identify two of the perimeter walls; the hypothesis that they are such is supported not only by the presence of slits, splayed towards the inside, but also by the fact that tests carried out beyond the aforementioned walls have given negative results. In this area, perhaps affected by crops, the excavation did not descend to the level of 79 AD, in order to allow, if necessary, specific investigations into the paleosoil.
Inside the two perimeter walls, various other wall structures have emerged, most of them in opus reticulatum: the corner pillars are in opus vittatum. Obviously, since the excavation was limited to bringing to light the ridges of the walls, it is impossible, at the present time, to speculate on the function of the rooms identified: it can only be assumed, purely hypothetically, that they were service rooms, since the walls still have scant traces of white plaster.
One room, in which the excavation was relatively more thorough, proved to be extremely interesting; it is a small room, added later to the main nucleus of the building (the walls in fact lean against, without binding, the other structures of the house), covered by a double-pitched roof, as shown by the circular recesses for the wooden beams, as well as by the position of the remains of tiles still in situ.
This room, with a single access door and no windows, but with three small slits in the walls, presents, just in front of the entrance door, on the opposite wall, a lararium (fig. 25), of good quality and in excellent condition, consisting of a semi-circular niche and surmounted by a double sloping pediment, supported by stucco half-pillars with leaf capitals and with painted stucco frame, decorated with two different types of "kyma reverso" (backward waves?). It should be noted that part of a previous niche remains on the wall, consisting of the two lower corners of another stucco pediment, under which green plant fronds are painted on a white background. On the wall it was also noted the presence of a tile, covered with plaster, below the marble shelf relative to the rear niche, and which must have belonged to the previous aedicule. The niche, as it appears in its final form, has a white background and a red border.
Several objects were found on the marble shelf, evidently related to the cult. First of all, the white marble statuette of a female figure lying on a kline, dressed in a chiton and cloak, with patera in the right hand (fig. 26) should be mentioned: next to it there were some gold jewels, which obviously had to be its decoration: a small diadem, a necklace of twisted foil wire, a very small ring, perhaps used as a pendant. Some filiform elements in bronze could be related to earrings: the statuette in fact has holes in the earlobes. On the same shelf there were also six glass balsam jars, three shells and an embossed silver sheet (fig. 27), bearing the embossed representation of another female figure, also lying on kline. This laminate was probably attached to a wooden box, as the two holes for fixing seem to demonstrate: some elements in bone veneer were also found alongside, three knobs also in bone, as well as small bronze parts (nails, rings, pins etc.), which probably had to be part of the aforementioned box, although it is extremely difficult to reconstruct the original arrangement of the various pieces.
On the left side of the niche, slightly lower, a clay shelf
was found, stuck in the wall, on which a basin of common achromatic pottery was
placed (fig. 28), with two female busts applied on the edge. facing a third
central female figure, lying down. Next to it were a glass jug, two shells, a
saucer in terra sigillata orientale B.
The walls of the room are simply plastered and painted white, in the upper part: below, a high plinth is decorated with an imitation of grey and white marble. Immediately after the entrance, on the left, at about the height of the starting point of the lower pictorial decoration, other objects were found, some of them in fragments: thin-walled jugs, some of them very small, other shells, a lamp of the type with volutes and rounded beak, covered with green glaze and with a representation of Nike on the disc. These latter objects must also have rested on a shelf, most likely made of wood: traces of wood were in fact noted along the wall, at the same level as the objects, together with some iron fixing pins.
Finally, at the end of this report, we would like to point out that, since one of the walls had to be propped up, a deeper excavation in the area in front of the niche revealed the presence of a tile shelf. A brief investigation revealed the upper part of a small masonry altar in front of the Lararium.
It is clear from this brief preliminary report that the room explored, a small room, as we have seen, secluded and isolated from the rest of the house, was used solely for private worship. There are other examples, in Pompeii itself, of rooms created specifically to be used as Larari (cf. F. DI CAPUA, Sacrari pompeiani, in Pompeiana, Napoli 1950, pp. 60-85: the author defines these environments as "sacrari", distinguishing them from the more common lararium). One in particular, in house IX 9, 6 (see DI CAPUA, cit., P. 65, fig. 4), deserves to be mentioned for its similarity with that of Boscoreale: it is located at the end of the garden, completely isolated from the rest of the house, and here too the niche of the actual lararium is on the wall in opposite the entrance, with the masonry altar in front.
As for the marble statuette found in the niche, we think that it depicted Juno, or a female genius (for other examples, including paintings, of female figures lying on klinai, in Pompeian larari, in house IX 9, 6, already mentioned, in VI 1, 1, in VI 15, 18, see DI CAPUA, cit., pp. 65-66: other examples are in G. H. BOYCE. Corpus of the larario of Pompeii, in MemAmAc, 1937).
We can therefore believe that the lararium constituted a private place of worship for women (on the problem of Juno see D. G. ORR, Roman Domestic Religion: The Evidence of the Household Shrines, in ANRW, II, 16, 2, Berlin 1978, pp. 1570-1571). It is significant that the motif of the female figure lying on the kline was repeated on the silver sheet, as well as on the clay basin.
Regarding the latter, it should be noted that burnt material, so far unidentified, was found in it. It is assumed that the basin, placed on the altar during the cult ceremony, was later placed on the clay shelf next to the Lararium, where it was found. All the other objects found in the room were also likely to be used exclusively for domestic worship.
It should be noted that the villa must have been the work of skilled workers capable of carrying out works of a certain refinement: along with the lararium, whose decorations are, as has been said, of excellent workmanship, there is also a cocciopesto floor on an upper floor with rows of white tesserae, forming squares of fine and accurate execution.
This floor, together with the wall structures, allows us to date the main nucleus of the villa, presumably, to the late Republican age, after the mid-first century BC. At a later stage, in the first century AD, the lararium was added: when the room was built, a rather small niche was created; later it was enlarged and assumed its final form. It can be assumed that the alterations to the niche were being completed at the time of the eruption of 79 AD, as the rear part of it, with a rounded and slightly protruding shape, is not plastered, unlike the entire outer part of the masonry of the room.
Finally, it should be noted that this villa has the same orientation as the other one, in the Villa Regina district, which has already been fully exposed (see most recently S. DE CARO, in Pompeii, Herculaneum, Stabiae, I, 1983, pp. 328-331), so it can be assumed that the two buildings were part of a single agricultural subdivision of the territory.
A second phase of works will be aimed above all at the definitive identification of the perimeter of the villa and the most urgent restoration work, with a view to bringing to light a monument whose discovery provides important new evidence of the settlements scattered throughout the Pompeian suburbs.
LORENZO FERGOLA
1987
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Lararium. Silver sheet with reclining female figure, as found.
See Rivista di
Studi Pompeiani I, 1987, fig.27, p. 165.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Lararium. Restored silver plaque with relief of a female figure relaxing.
Now in Boscoreale Antiquarium. Photo courtesy of Michael Binns.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Lararium. Statuette of reclining female figure, as found.
See Rivista di
Studi Pompeiani I, 1987, fig.26, p. 165.
Boscoreale, December 2023. Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Lararium.
Marble statuette of a female Genius, relaxing on a couch (kline), dressed in chiton and cloak.
The gold ring, necklace and diadem that decorate it were found beside it.
Now in Boscoreale Antiquarium. Photo courtesy of Miriam Colomer.
See Fergola, L., 1987. Comune di Boscoreale.
Via Casone Grotta, proprietà Risi Di Prisco, in Rivista di Studi Pompeiani,
I, p. 164.
Per quanto
riguarda l'altra villa romana di recente scoperta, in via Casone Grotta, propr.
Risi Di Prisco (cfr. L. FERGOLA, in RStPompeiani, 1, 1987, pp. 163-166), il secondo
lotto di lavori ha consentito di delimitare, almeno in parte, il perimetro
dell'edificio: lo scavo, non condotto in profondità, ma limitato alla messa in
luce delle creste dei muri, ha evidenziato una struttura di forma rettangolare,
della estensione di mq 310 circa, entro la quale altri muri delimitano i vari
ambienti. Essi sono relativi al piano superiore della villa, il che fa pensare
che, in considerazione della limitata estensione delle strutture emerse,
probabilmente il piano inferiore occupasse una superficie maggiore.
Lungo uno dei
lati brevi del rettangolo, al centro, è stato individuato il presumibile ingresso
alla villa (fig. 70): è infatti emerso il limite superiore di un muro, terminante
a schiena d'asino, con rivestimento in cocciopesto, al di sotto del quale dev'esservi
il portone o un cancello. Al di là del muro vi è un vestibolo scoperto, in fondo
al quale è l'accesso all'interno della villa. Affiancano tale vestibolo due
piccoli ambienti: quello di sinistra aveva il tetto ad unico spiovente verso
l'esterno: quello di destra, coperto da tetto a doppio spiovente, corrisponde al
Larario, già parzialmente esplorato durante la campagna di scavo 1986 (cfr. FERGOLA,
art. cit., pp. 164-165).
Si è inoltre
provveduto, solo parzialmente, a causa dei pochi fondi disponibili, alla
copertura provvisoria delle strutture emerse, privilegiando, per il momento la
zona del Larario.
Il prossimo
lotto di lavori prevede il completamento della copertura, il consolidamento di
alcune strutture murarie particolarmente danneggiate nonché, se possibile, nuovi
saggi d1 scavo finalizzati ad accertare la presenza di ulteriori strutture
nell'area della villa ed eventualmente pertinenti ad essa.
As for the other recently discovered Roman villa, in via Casone Grotta, propr. Risi Di Prisco (see L. FERGOLA, in RStPompeiani, 1, 1987, pp. 163-166), the second batch of works made it possible to delimit, at least in part, the perimeter of the building: the excavation, not conducted in depth, but limited to the highlighting of the crests of the walls, highlighted a rectangular-shaped structure, extending approximately 310 square meters, within which other walls delimit the various rooms. They relate to the upper floor of the villa, which suggests that, in view of the limited extent of the structure that has emerged, the lower floor probably occupied a larger area.
Along one of the short sides of the rectangle, in the centre, the presumable entrance to the villa has been identified (fig. 70): in fact, the upper limit of a wall emerged, ending in a humpback, with cocciopesto cladding, below of which there must be a door or a gate. Beyond the wall there is an uncovered vestibule, at the bottom of which is the access to the interior of the villa. Two small rooms flank this vestibule: the one on the left had a single-pitched roof towards the outside: the one on the right, covered by a double-pitched roof, corresponds to the Lararium, already partially explored during the 1986 excavation campaign (see FERGOLA, art. cit., pp. 164-165).
Due to the limited funds available, provision was also made, only partially, for the temporary coverage of the emerged structures, favouring, for the moment, the Lararium area.
The next parcel of works involves the completion of the roof, the consolidation of some particularly damaged wall structures and, if possible, new excavation tests aimed at ascertaining the presence of further structures in the area of the villa and possibly pertinent to it.
LORENZO FERGOLA
1988
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. View of presumed entrance.
See Rivista di
Studi Pompeani II, 1988, fig.70, p. 216.
Alcuni
limitati interventi nell'area della villa romana sono stati finalizzati ad una più
precisa delimitazione dei ruderi emersi in precedenza, mediante l'allargamento
della trincea di scavo (cfr. L. FERGOLA, in RivStPompeiani, II, 1988, p. 216,
fig. 70).
Immediatamente
a sud del muro perimetrale si è verificato, di notevole interesse, il
rinvenimento delle ossa di un bovino. Tali ossa costituivano solo una parte
dello scheletro ed erano inoltre disposte ln maniera abbastanza disordinata:
ciò ha fatto pensare che si trattasse di ossa già scarnificate, depositate a
seccare, in attesa della loro utilizzazione, in un ambiente del piano
superiore, probabilmente scoperto (fig. 24).
Vari saggi
all'esterno del presunto perimetro della villa, finalizzati all'accertamento
della presenza di ulteriori strutture murarie, hanno dato esito negativo, ad
eccezione di quello eseguito al di fuori del muro perimetrale nord, che ha
evidenziato tracce di ruote di carro, sul piano del 79 d.C. e, accanto, un
cumulo di materiali da costruzione, frutto di lavori di restauro in corso nella
villa.
In attesa
della ripresa dello scavo sistematico del monumento, e del suo restauro
completo, attualmente si prosegue nella messa in opera di una provvisoria
copertura di cantiere dei ruderi emersi.
Some limited interventions in the area of the Roman villa were aimed at a more precise delimitation of the ruins that emerged previously, by widening the excavation trench (see L. FERGOLA, in RivStPompeiani, II, 1988, p. 216, fig. 70).
Immediately south of the perimeter wall, the discovery of the bones of a bovine was made. These bones constituted only a part of the skeleton and were also arranged in a rather disordered manner: this led to the belief that they were already stripped bones, deposited to dry, awaiting their use, in an area of the upper floor, probably uncovered (fig. 24).
Various tests outside the alleged perimeter of the villa, aimed at ascertaining the presence of further wall structures, gave negative results, with the exception of the one carried out outside the north perimeter wall, which showed traces of wagon wheels, on the ground level of 79 AD and, next to it, a heap of building materials, the result of restoration work in progress in the villa.
Pending the resumption of the systematic excavation of the monument, and its complete restoration, at present, work is being carried out on a temporary site covering of the emerged ruins.
LORENZO FERGOLA
1989
Boscoreale, Villa
rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Partial bovine remains.
See Rivista di
Studi Pompeani III 1989 p. 247-8, fig. 24.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Detail of the exposed walls. Photo courtesy V. Aiello.
See Prosperi, M. and Casale A., 1988. Ipotesi e Testimonianze Archeologiche Sul Suburbio
di Pompei. Torre
Annunziata, p. 32.
Courtesy of Centro Studi Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase. Our thanks to Angelandrea Casale.
See book on Centro Studi
Archeologici di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. View of excavations from the Antiquarium information card.
Note: The photo of the "Veduta dello scavo" is reversed compared with that published in RsP II.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Lararium.
The pediment is supported by half-pilasters in stucco with framed leaf capitals decorated with plant motifs.
The two angles of another pediment in plaster, visible below, belong to a previous niche of more reduced dimensions.
See Fergola, L.,
1987. Comune di Boscoreale. Via Casone Grotta, proprietà Risi Di Prisco,
in Rivista di Studi Pompeiani, I, p. 164, fig. 25.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Lararium.
Photo as on the information card in Boscoreale Antiquarium. Photo courtesy of Michael Binns.
According to PAP, the objects on display in the Boscoreale Antiquarium were found when the villa’s private sacellum (shrine) was excavated.
A small statue of a female deity at a banquet, identifiable as Bona Dea.
The simulacrum was decorated with golden miniature jewellery: a tiara and a necklace with a small ring hung on it.
http://pompeiisites.org/en/uncategorized/antiquarium-room-ii/
Boscoreale, Villa
rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco.
Finds from villa, from right to left.
18. Thin-walled tankard or jug
19. Thin-walled tankard or jug
17. Terracotta Antefix
21. Silver relief, with depiction of a female figure relaxing
20. Glazed terracotta lamp
Now in Boscoreale Antiquarium. Photo courtesy of Michael Binns.
Boscoreale, December 2023. Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Lararium.
On the left side of the niche, slightly more at the bottom, stuck in the wall, was a shelf.
On this was found an ordinary uncoloured clay ceramic basin.
The terracotta basin has three female figures on the rim.
Two are busts and are facing the third, in the centre, who is lying on the rim.
Now in Boscoreale
Antiquarium. Photo courtesy of Miriam Colomer.
It is significant that the motif of the female figure lying on the kline was repeated on the statuette, the silver sheet, as well as on the clay basin.
Regarding the latter, it should be noted that burnt material, so far unidentified, was found in it.
It is assumed that the basin, placed on the altar during the cult ceremony, was later placed on the clay shelf next to the Lararium, where it was found.
All the other objects found in the room were also likely to be used exclusively for domestic worship.
See Fergola, L., 1987. Comune di Boscoreale.
Via Casone Grotta, proprietà Risi Di Prisco, in Rivista di Studi Pompeiani,
1, p. 164.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Thin-walled tankard or jug.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Green glazed terracotta lamp with volutes and rounded beak.
In the centre is a representation of Nike.
Boscoreale, Villa rustica in via Casone Grotta, proprietà Risi di Prisco. Boscoreale Antiquarium card listing some of the other finds.
Photo courtesy of Michael Binns.